domenica 7 ottobre 2007

Le scelte dei cristiani in politica non contraddicano la fede, chiede il Cardinal Martino.

BUENOS AIRES, domenica, 7 ottobre 2007 (ZENIT.org).- La diversità di opzioni dei cristiani in politica è legittima, ma le scelte non devono contraddire la fede, ha affermato il Cardinale Renato R. Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Il porporato lo ha spiegato aprendo venerdì pomeriggio a Salta (Argentina) le Giornate di evangelizzazione della cultura, promosse dalla locale Università Cattolica e dalla Pontificia Università Cattolica Argentina.

Le Giornate vogliono essere “uno spazio di incontro, riflessione e proposta che arricchisca l’identità e la missione degli evangelizzatori”, ha osservato.

“La Chiesa sa che non le compete di far valere politicamente la sua dottrina, giacché il suo scopo è servire alla formazione delle coscienze in politica e contribuire a che cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia e la disponibilità ad agire in conformità ad esse, anche a costo di interessi personali”, ha dichiarato il presidente del dicastero vaticano.

Trattando il tema “L’impegno dei fedeli cristiani laici nella società civile e nella politica”, il Cardinale Martino ha sottolineato la “necessità della dimensione etica della vita sociale e politica, non come dimensione facoltativa, ma costitutiva, da cui dipende non solo la qualità della vita delle persone, delle famiglie, delle istituzioni e dello Stato, ma più radicalmente la loro stessa sopravvivenza”.

“Disattendere la dimensione etica – ha precisato il Cardinale secondo quanto spiega la “Radio Vaticana” – conduce inevitabilmente alla disumanizzazione della vita e delle istituzioni, trasformando la vita sociale e politica in una giungla dove impera la legge del più forte”.

“Il Magistero sociale della Chiesa – ha aggiunto – non intende dettare leggi ai poteri pubblici, né dichiararsi a favore di una parte o dell’altra, ma piuttosto salvare la persona dell’uomo e rinnovare la società umana”.

Secondo il presidente di Giustizia e Pace, “il cristiano, motivato dalla carità e dalla giustizia, non può accettare passivamente l’esistenza e il funzionamento delle cosiddette strutture di peccato, come – ad esempio – lo sfruttamento organizzato dei minori e della prostituzione, il commercio di armi e il perdurare di guerre e conflitti civili, le operazioni di pulizia etnica, le legislazioni che favoriscono la discriminazione razziale, la corruzione politica, il narcotraffico e altre siffatte terribili realtà”. Al riguardo, spetta al cristiano una franca denuncia e una inequivocabile opposizione.

Il porporato ha affrontato un’altra questione attuale sostenendo che “la fede cristiana mai potrà tradursi in un’unica collocazione politica; pretendere che un partito o un’opzione politica coincidano con le esperienze della fede e della vita cristiana sarebbe un pericoloso equivoco”.

“Una diversità di opzioni sarà sempre legittima, purché si tratti di partiti o scelte che non contraddicano la fede o i valori cristiani”, ha dichiarato.

Nella corso della mattinata, il Cardinal Martino aveva ricevuto una laurea honoris causa dall’Università Cattolica di Salta e aveva presieduto nella cappella dell’Ateneo la concelebrazione di apertura delle Giornate di evangelizzazione della cultura.

Nessun commento: